Kolimbethra, un segreto angolo di paradiso
Dici Agrigento e pensi subito alla valle dei templi, stupendo e vasto parco archeologico, per carità, eppure pochi conoscono un segreto angolo di paradiso che è proprio lì, tra i templi di Castore, Polluce e Vulcano: il giardino di kolimbethra. Il posto ideale dove andarsi a rifugiare se la canicola estiva non vi dà tregua o avete semplicemente voglia di immergervi tra aranci, mandarli, ulivi, banani e mille altre piante tutte da scoprire.
Appena entrato nel parco rimani lì un po’ intontito, a guardare le rovine del tempio e lo stridore con i palazzoni della nuova Agrigento alle spalle, e non ti accorgi che c’è una freccia sulla destra che indica verso un giardino. E’ là che oggi vi porto.
Un vero gioiello agricolo e archeologico, il giardino di Kolimbethra risale addirittura al 500 avanti Cristo, è qui infatti che sono stati creati dei bacini artificiali per l’irrigazione della valle dell’antica Akragas. Fu il tiranno Terone a volere un acquedotto che fornisse d’acqua la città rendendo la valle intorno una delle più floride del Mediterraneo.
Il luogo era caduto per tanti anni nell’oblio, ma ultimamente è stato affidato al FAI (Fondo Ambiente Italiano) per 25 anni in concessione gratuita dalla Regione Siciliana ed è tornato all’antico splendore. E’ un vero trionfo di specie diverse di agrumi, tra cui tantissimi tipi scomparsi di arance, e di piante tipiche della macchia mediterranea ed altre importate secoli fa che fanno da cornice alle rovine archeologiche.
Non è un caso che nel 2012 il giardino della Kolimbethra è stato tra i 10 finalisti al concorso “Il Parco Più Bello d’Italia”.
Un luogo fuori dal tempo, dove perdersi tra foglie, rami, fiori, tronchi dalle forme più improbabili, improvvisi resti archeologici e i templi all’orizzonte.
Alla fine del giardino c’è la linea ferrata che separa Kolimbethra dal Tempio di Vulcano. Là le colonne del tempio, una vecchia costruzione abbandonata e tante piante di fichi d’india in fiore, hanno attirato la mia attenzione.
Se passate da Agrigento non perdetevi questo gioiello. Tutte le informazioni a riguardo le trovate nella pagina dedicata del FAI.