Viaggio in Thailandia – giorno zero

Inauguro questo blog con un viaggio, un viaggio in Thailandia.

Viaggiare, una delle attività che preferisco in assoluto. In verità è tanto che non viaggio per come piace a me: per periodi medio-lunghi, senza nulla di organizzato, zaino in spalla e da solo. Negli ultimi anni, lo ammetto, ho condotto una vita abbastanza borghese, tranquilla, anche appagante fino a quando ho resistito, e quando partivo erano viaggi comodi, in compagnia (ottima direi) e in albergo. Sentivo ormai l’urgenza di rimettermi sulla strada, un bisogno quasi fisico ormai, e così eccomi qua, in partenza per la Tailandia.

Perché proprio questa destinazione? In un primo momento l’idea era di spendermi un po’ di soldini (faticosamente messi da parte) per andare in Centro e∕o Sud America (luoghi che adoro) principalmente per lavoro. Ho dei potenziali clienti lì che vorrebbero conoscermi per dei servizi fotografici di alberghi. Ma gli ultimi due anni per me sono stati davvero impegnativi: due traslochi, un lavoro abbandonato  che amavo tantissimo, un trasferimento dal nord al sud, una casa da sistemare, e sul piano affettivo le rinunce e le scelte sono state laceranti e ho anche dovuto trasferire la mia attività fotografica in un luogo nuovo partendo da zero. Due anni di lavoro ininterrotto, senza mai ferie, lavorando spesso i fine-settimana,  dando sempre il massimo per farmi conoscere ed apprezzare. I risultati per fortuna cominciano ad arrivare, la qualità del mio lavoro si sta facendo conoscere ma la stanchezza fisica e mentale, credetemi, è arrivata al limite.

Il mio fisico ultimamente mi ha detto: fermati! E siccome se sto vicino al mio super mega computer non riesco a staccare, ho deciso di allontanarmi da tutto e da tutti. Dove andare allora? Il mio sogno da tantissimi  anni è l’India: i suoi colori, la sua cultura, i suoi sapori hanno esercitato su di me sempre un fascino profondo. Non è un caso che la meditazione e il pollo al curry sono una costante nella mia vita ormai da 15 anni. Viaggiare in India però, per come intendo io il viaggio, non è una passeggiata e mi sono detto che, a questo giro, è meglio lasciar perdere. Tailandia allora! Il sud è caratterizzato da spiaggia, sole e relax. L’idea è quella di fare circa una settimana al sud, recuperare un po’ di energie e poi risalire la nazione e visitare un po’ tutto il Paese soprattutto il nord che pare essere la parte più affascinante.

Ma quando ho cominciato a sognare la Tailandia? o dovrei dire Thailandia con la h? facciamo senza, altrimenti può sembrare che la sogni come fosse una ragazza.

Devo ammettere che per tanto tempo ho avuto un’idea stereotipata di questa nazione. Associavo sempre il suo nome al turismo sessuale, a quegli occidentali che lì vanno a sfogare i loro malati istinti pedofili nascondendosi dietro il dito della differenza e tolleranza culturale tailandese. Un giorno però la mia visione del posto cambiò radicalmente. Era il 2000 se ricordo bene, facevo il volontario presso un’associazione svizzera di rieducazione a Losanna. In quei giorni davo una mano a seguire dei ragazzi (quasi tutti extra-comunitari) con situazioni personali e familiari turbolente che lavoravano in falegnameria per imparare un mestiere. Mi trovai per caso a fare il tragitto di ritorno in autobus con uno di quei ragazzi. Era tailandese, non mi ricordo come si chiamasse ma mi ricordo benissimo il suo volto. Era di una bellezza formidabile. Sebbene sia abituato ad apprezzare maggiormente la bellezza femminile, quel volto non poteva lasciarmi indifferente. I suoi tratti esotici sembravano disegnati a carboncino da una mano magistrale e i suoi occhi avevano una profondità e una luce che non ho mai più visto in nessuno. Passammo il tempo del viaggio a parlare, più che altro io chiedevo della sua terra e lui rispondeva con generosità di particolari. Era un ottimo narratore, sapeva farmi vedere i colori e i rumori di quella terra. Ne parlava con una passione e una dolcezza che solo gli emigrati sanno avere. Mi raccontò soprattutto del nord, del verde scintillante della vegetazione, del fragore delle cascate e gli odori del loro cibo speziato. Quel giorno mi innamorai perdutamente di quella terra e mi dissi che sarei dovuto assolutamente andare in Tailandia.I bagagli per la Thailandia

Per questo viaggio mi sono dato delle regole: non organizzare nulla prima della partenza, evitare i posti di lusso (regola dettata anche dall’esigenza di risparmiare visto che ci starò un mese), cercare per quanto possibile di stare lontano dalle realtà troppo turistiche e soprattutto dagli italiani, mangiare per strada o nei ristoranti per la gente del luogo, e non prendere mai l’aereo per gli spostamenti interni. Queste regole dovrebbero rendere la mia esperienza meno comoda e rassicurante da una parte, ma sicuramente più vera. Il viaggio sarà  sicuramente più aperto all’imprevisto e quindi arricchente. Inoltre mi sono ripromesso di scrivere un diario giorno per giorno e di fare quante più foto possibili e di pubblicarne (connessione internet permettendo) una (o più) al giorno.

Per quanto riguarda l’attrezzatura fotografica e tecnologica (e qui gli appassionati di fotografia drizzeranno le orecchie) ho cercato di rimanere il più leggero possibile (il mio osteopata non è per niente convinto che questo viaggio sia una buona idea): un corpo macchina (nikon d700) – sarebbe stato meglio portare un secondo corpo nel caso di guasti ma sarebbe significato più peso e la d700 non dovrebbe deludermi -, tre ottiche (un 24-70mm f2.8, un 50mm f1.4 e un 16mm fisheye f 2.8, ho scelto di lasciare il 70-200 a casa perché troppo pesante… significherà che seguirò il consiglio dei grandi fotografi che dicono di avvicinarti fisicamente e non con lo zoom se vuoi una gran bella fotografia), una video camera (Gopro Hero 3plus black edition, che è leggerissima, minuscola, una figata pazzesca e mi potrà fare anche da seconda fotocamera), un treppiedi (un manfrotto da viaggio), filtro polarizzatore e ND, un netbook (con cui vi sto scrivendo), iphone e diversi powerbanks. Come software per la postproduzione ho fatto una scelta per me estrema: ho deciso di usare solo Lightroom per lo sviluppo dei file raw e non userò Photoshop. Proprio per evitare ogni tentazione non ho nemmeno installato il programma di fotoritocco perché ho deciso che la postproduzione sarà minima, l’idea è quella di pubblicare delle foto in maniera veloce, senza intervenire in modo eccessivo; quindi niente HDR, filtri vari (il LightRoom è privo di qualisasi plugin), no a sharpening, cloni, timbri, ecc. ecc. Per me è una scelta drastica perché uso moltissimo Photoshop anche per fare tante operazioni che nulla hanno con la postproduzione, come ridurre, ritagliare, aggiungere testi, grafica, ecc. Mi sentirò sicuramente monco, ma vedremo cosa verrà fuori.

Allora, tutto è pronto, la valigia dei vestiti e lo zaino per l’attrezzatura sono già stati preparati. Sì. Non vi nascondo che sono anche un po’ emozionato e nervoso e spero che tutta vada liscio e non ci siano problemi (come purtroppo mi è capitato spesso a causa della mia notoria distrazione) con biglietti aerei, check-in dimenticati, mezzi persi per un soffio e documenti smarriti.

I’m ready… rimane un unico dilemma al quale non ho ancora trovato risposta: come farò col cappottone super invernale? Passerò un giorno e una notte a Milano dove fa un bel po’ freddo e poi lì troverò 30-35 gradi… non se ne parla nemmeno per sogno di scarrozzarmelo in giro con me per tutta la Tailandia. Se vuole mi segue lui per conto suo!

7 Comments on “Viaggio in Thailandia – giorno zero

  1. So che non è bello provare invidia e non si fa, ma in questo caso è inevitabile! Un mese solo con te stesso e con le tue emozioni in un paese sconosciuto da scoprire (da fotografare) e, a detta di tanti, meraviglioso dal punto di vista naturale…
    Buon viaggio e non vedo l’ora di vedere gli scatti!

  2. Buon viaggio….
    In Thailandia è tutto molto facile, forse anche troppo. Sarà difficile sfuggire alla morsa del turismo. C’è dalla tua che, pur essendo il periodo migliore per viaggiare nel Paese, non troverai molti turisti. I thailandesi sono squisiti…sorridono, sorridono anche quando non hanno capit cosa hai detto! Cerca di parlare un inglise meno British altrimenti non capiscono (già provato)! Cibo si strada fantastico, mi racconando tassativamente i night market, ci sono ovunque. Da non mancare il mercato di Chiang Mai, si tiene di domenica una volta al mese. E massaggi, massaggi, massaggi……..
    Quello ci prometti come racconto fotografico sembra molto interessante. E’ un qualcosa che si avvicina al photo reporter, il tipo di fotografia che amo in assoluto.
    Ti seguirò con complicità e anche un pò di invidia!

  3. E il cappotto? Che fine ha fatto? Ha deciso di seguirti comunque? :-)!!

    • Il cappotto l’ho lasciato a Palermo, a Milano mi sono fatto prestare una giacca tecnica da amici… lui voleva venire, ed era anche disposto a seguirmi… ma io avevo deciso di viaggiare da solo!

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