Viaggio in Thailandia – giorno 8

Questo è il foto-diario del mio viaggio in Tailandia, se vuoi leggerlo dall’inizio e/o vuoi avere dettagli tecnici fotografici vai al giorno zero.

Nel post di oggi vi racconto della mia visita a Cave beach e Railway beach, due spiagge vicino ad Ao Nang.

 

Suona la sveglia alle 7.15 e io non ho nessuna voglia di alzarmi. Ho la tentazione di rinviare per la seconda volta la visita alle spiagge e dormire fino a mezzogiorno, ma poi mi ricordo che c’è il trasloco nella mia nuova sistemazione da fare. Mi alzo muovendomi come un ubriaco, mi lavo ancora mezzo incosciente e raccolgo tutte le mie cose. Mentre cerco di comprimere tutto nei bagagli addento un sandwich al granchio comprato il giorno prima e mi sento un po’ meglio. Faccio il checkout e monto sullo scooter con lo zaino dell’attrezzatura tra le gambe e quello grande sulle spalle. Faccio un po’ fatica a stare in equilibrio ma arrivo a destinazione. Alla reception c’è il ragazzo implacabile (quello che non mi ha voluto scontare nemmeno un bath) e non vedo la ragazza dalle poche ma essenziali frasi inglesi. Si ricorda di me e a cenni mi dice che devo aspettare un po’. Chiama qualcuno e arriva un tipo smilzo con lunghi capelli neri e radi e un baffino rado e lungo esattamente come i capelli. E’ di una magrezza spaventosa. Va a prendere la biancheria e si mette in moto. Bene! Penso, devono ancora farla la stanza. E io che ho voluto fare il check-in prestissimo in modo da poter arrivare alle spiagge prima che arrivi l’orda! Il ragazzo implacabile si siede al mio fianco e rimaniamo così per dieci minuti in silenzio. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano e sorridiamo come due cretini senza dirci nulla. Tornato lo smilzo col baffino, l’implacabile mi porge la chiave e mi fa cenno che posso andare al bungalow. Faccio capire che non sono sicuro di ricordarmi la strada (non è proprio dietro l’angolo) e il baffino mi dice di saguirlo. Gli sto dietro facilmente perché va lentissimo, io in realtà ho fretta di andare in spiaggia ma lui è placido e passeggia guardandosi intorno e si vede che ci prende anche gusto. Eccolo il bungalow, mi danno il quinto, l’ultimo.  d700, iso 200, 24mm, f6,3, 1/320Non è proprio quello che ho controllato la prima volta. Il letto è fatto e tutto sembra a posto. Ricontrollo scarico, acqua e elettricità. Non è pulitissimo che brilla, ma non mi pare nemmeno sporco. Lo smilzo va via e mi soffermo un attimo a guardare la mia nuova tana. Le lenzuola dal profumo risultano pulite, lo stesso per gli asciugamani. Giro, respiro e riguardo la capanna. Non c’è l’aria condizionata, nemmeno il frigo, non ci sono i vetri alle finestre, non c’è acqua calda… eppure, ho una sensazione particolare che all’inizio non riesco bene a fissare. La guardo ancora e d’un tratto capisco che questa capanna, la trovo… sì, la trovo eccitante. Anzi, la trovo proprio sexy! Sentod700, iso 200, 24mm, f6,3, 1/320 proprio un’energia che ha dell’atavico, del selvaggio, un’energia animalesca che mi fa sentire vivo. Per un attimo mi immagino lì con la mia ragazza e i numeri che faremmo… poi mi chiedo: Anto’, quale ragazza?! E mi smonto subito. Sono il tipo che, o è quella giusta o meglio solo, e ‘giusta’ non mi pare mai nessuna e quindi… solo. Va be’, mettiti a sistemare la capanna, mi ordino. E così come prima cosa la disinfesto. Sì, è il termine giusto, ho acquistato uno spry anti scarafaggi, formiche, zanzare, zecche, e tutti gli insetti e animali striscianti che si possono immaginare. E’ potentissimo e per poco non ammazza pure me. Spruzzo su tutto il perimetro, a terra, in alto, sui portanti, insomma creo una sorta di barriera spaziale che mi difenderà da ogni assedio animalesco. Spruzzo pure intorno al letto per una seconda barriera di sicurezza, nel caso qualche bastardo è così resistente da superare la prima. Non contento metto anche la piastrina per le zanzare (ma sì abbondiamo!), chiudo porte e finestre (in realtà è una capanna e l’aria entra lo stesso da ovunque) e, preso lo zainetto, me ne vado alla mia gita. Lungo il tragitto sono soddisfatto del lavoro fatto come un bambino sadico che ha appena messo a punto un esperimento crudele a danno di qualche animale e non vede l’ora di scoprirne gli effetti. Un sorriso beffardo mi si stampa sulle labbra mentre l’aria del mattino comincia già a scaldarsi sotto il sole che ormai è già ben alto.

Sono le nove e immagino che già ci sia il popolo sulle spiagge. Vado all’ufficio dove vendono i biglietti per Cave Beach e la spiaggia di Phranang e, acquistati sia l’andata che il ritorno, mi dicono di aspettare in un angolo. Dopo qualche minuto che si è raggiunto il numero sufficiente, un tizio urla ‘Cave Beach’ e lo seguiamo. Scendiamo in spiaggia e saliamo su una ‘long tail boat’. Noto subito che la luce non è delle migliori per le foto, c’è una fastidiosa foschia che rende ombre e colori piatti. Mi seggo anche in un punto della barca che non è il massimo per inquadrare. Sulla barca, oltre ad un sorridente mozzo e ad un moscio timoniere, c’è una donna con del fango ind700, iso 200, 58mm, f7,1, 1/1000 faccia che pare essere il vero capitano dell’imbarcazione, è lei che dice ad ognuno dove sedersi e dà gli ordini agli altri due. Un paio di volte mi rimprovera duramente perché mi alzo con la mia macchina fotografica per cercare di guadagnare un’inquadratura decente. Alla terza mi lancia uno sguardo così cattivo che capisco che non ce ne sarà una quarta. Non mi muovo più, è piccolina ma mi dà l’impressione che sia una che mena. Arrivato a Cave beach dopo un tragitto di circa dieci minuti di schizzi d’acqua, scendo e, non appena metto i piedi sulla spiaggia, mi rendo conto di essere esattamente nella Thailandia da cartolina. Purtroppo il posto è già popolato di gente ed ogni due tre minuti arriva una long tail boat d700, iso 200, 24mm, f10, !/200d700, iso 200, f10, 1/250con il suo carico di 5 o 10 turisti che vuole il suo pezzetto di paradiso. Mi metto a scattare come un forsennato e mi muovo velocemente cercando di visitarlo nel più breve tempo possibile, so che il posto ogni minuto che passa si riempirà sempre più, e così vado avanti e indietro con la mia macchina costantemente all’altezza dello’occhio destro. Mentre sto scattando quasi nascosto tra i rami di un albero coricato sulla spiaggia, un d700, iso 200, 16mm, f9, 1/500tailandese comodamente adagiato sul grosso tronco mi chiede da dove vengo e ci mettiamo a chiacchierare. Si chiama Rock ed ha una risata contagiosa. Guida le barche e porta i turisti avanti e indietro tra la spiaggia di Ao Nang e Cave Beach, ha una passione sfrenata per il calcio e preferisce le squadre italiane a quelle inglesi,quella che segue maggiormente è la Juventus. Dalla d700, iso 200, 24mm, 1/800passione con cui ne parla capisco che se fossi un esperto di calcio mi terrebbe lì a parlare per ore, ma ha sbagliato italiano: se c’è una cosa di cui non me ne frega nulla è proprio il pallone. Questa cosa lo stupisce molto e lo delude anche un bel po’. Lo saluto leggermente mortificato e mi rimetto a passeggiare lungo la spiaggia con l’intento di arrivare alla punta estrema dove c’è un passaggio per la spiaggia di Raley. Prima però mi soffermo a fotografare una tailandese che si fa il bagno con il ragazzo; attira la mia attenzione perché sta nell’acqua completamente vestita, ha persino il velo alla testa, ma i precetti musulmani però d700, iso 400, 70mm, f3,2, 1/100 non le impediscono di sguazzare nell’acqua come una bimba. Vedo anche degli statunitensi che non rinunciano a farsi riconoscere e si lanciano un pallone da rugby come se fossero in uno stadio da football americano. Sul cammino scorgo anche diverse barche ancorate che sono dei veri ristoranti ambulanti, ci sono su più persone che si danno da fare a preparare un po’ di tutto. Il pezzo forte sono le pannocchie di mais, ne vendono tantissime, però opto per un kebab. Ho mangiato quello vero ad Instabul e tante volte l’ho preso anche in Italia e sono curioso di scoprire come lo fanno in Thailandia. Lo prendo al pollo. Mentre preparano il mio kebab mi diverto a fotografare la ragazza che cuoce le pannocchie sul fuoco e che nel frattempo sorride ad ogni passante. Prendo il panino e, già a guardarlo, la mia salivazione mi riempie la d700, iso 200, 16mm, f2,8, !/4000bocca. Mordo, il pollo è croccantissimo e si scioglie in bocca. Sono molto soddisfatto e me lo mangio con voracità. Arrivato a metà, con la bocca ancora immersa nel panino, sento forte la fragranza delle verdure in bocca… crude. Cacchio! Le verdure crude! Mi avevano raccomandato di mangiare solo verdure cotte per non  beccarmi qualche batterio che potrebbe costringermi ripetutamente in bagno, ero stato fino adesso bravissimo a seguire il consiglio… ormai però non posso tornare indietro, speriamo mi vada bene! Così pensando mi finisco il panino con gran gusto alla faccia dei batteri di tutto il mondo. Arrivato alla fine della spiaggia trovo degli arrampicatori e capisco perché queste zone sono indicate dalla mia guida come il www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef_BBB1517paradiso dei ‘climbers’ e poi noto anche una cosa stranissima. Una sorta di santuario con tanti… falli. Sì, avete capito bene, una sequenza di falli di legno di tutte le fogge, colori e dimensioni. Incuriosito chiedo a dei turisti che divertiti fanno delle foto. Mi dicono in un ottimo inglese di aver letto di là la spiegazione, ma che ne hanno letto solo metà e che quindi non hanno capito. Vado a leggere, mi viene la tentazione di leggere direttamente la seconda metà che manca ai tipi di prima ma poi, l’ex insegnante che è in me prende il sopravvento, e leggo tutta la storia. In poche parole quei falli, chiamati ‘Lingam’, sono dei simboli della religione indù che fanno riferimento alla forza primigenia della vita e che sono lì come dono alla principessa di Phranang, che è colei che dà il nome anche alla spiaggia. La cosa strana è che la religione indù non è diffusa nella zona. Vedo un cinquantenne che si fa fotografare a fianco ai falli dalla giovane tailandese che lo accompagna e mi risulta d700, iso 400, f3,2, 1/40immediatamente  una scena davvero buffa: quasi lui stia invocando la potenza di tutte quelle sculture per far fronte alla ragazza che si porta in giro senza dover ogni volta butta giù una pillolina blu.

Dopo un po’ di difficoltà riesco a trovare il passaggio per Railay beach: è un percorso sotto un’imponente parete rocciosa che ha delle affascinanti caverne alla sua base. Mi fermo a guardare un d700, iso 800, 16mm, f6,3, 1/160padre che pazientemente cerca di far sorridere la biondissima figlia d700, iso 800, 16mm, f2,6, 1/160imbronciata che non vuole essere fotografata, e in fine arrivo dall’altra parte. Anche qui scalatori attaccati alle pareti come fossero lucertole e mare e alberi che si d700, iso 200, 16mm, f2,8, 1/250gettano sul bagnasciuga. Trovo decisamente questa parte però meno bella di Cave Beach, scatto pochissimo e sento che ho voglia di tornarmene a casa presto oggi. Vorrei sistemare un po’ meglio i bagagli, lavare qualcosa e mettermi subito a scrivere in modo da poter finire prima e, per una volta, ritagliarmi una serata libera per me. Faccio delle ultime foto e prendo la prima d700, iso 200m 16mm, f9, i/1000boat tail disponibile e faccio rientro scattando una sola foto al mozzo: è un ragazzino che mi colpisce per la sicurezza con cui si muove e parla, nonostante sia giovanissimo sembra d700, is 200, f3,2, 1/320molto più uomo di tanti quarantenni che conosco. Rientro nella capanna e trovo un geco capovolto in bagno. La disinfestazione ha funzionato. Poveretto si è rifugiato in bagno dove non ho spruzzato il veleno. Provo a toccarlo con la punta del sandolo e si muove un po’. È ancora vivo. Voglio prenderlo per buttarlo fuori in modo che possa sopravvivere ma niente da fare, comincia a dimenarsi e a scapparmi. Non riesco proprio a prenderlo, a quel punto penso: peggio per te, e lo lascio agonizzante in un angolino in bagno.  Mi doccio, lavo i pantaloncini schizzati di fango e un paio di altre cose, sistemo, dormo un’oretta e mi metto al computer di buona lena. Finisco presto ed esco con l’intenzione di trovare un posto dove cenare. Non mi porto la macchina fotografica perché voglio rilassarmi un attimo (me la sono meritata una serata libera, no?). Vedo un ristorante che non mi pare per turisti, entro e guardandomi attorno mi rendo conto di non essermi proprio sbagliato. Non c’è posto nei tavoli sulla strada (che sono un po’ più carini ) e mi fanno accomodare nei tavoli del retro. In realtà il retro non è altro che la casa dei proprietari, un unico stanzone che fa da ristorante per la prima metà e da casa dove dormono per la seconda. Sono lì che guardo il posto e penso che è… una vera schifezza di ristorante. Non credo di aver mangiato in una bettola peggiore. Ordino comunque della carne di manzo, del riso e una birra. Metto in bocca il primo pezzettino di carne e lo trovo squisito. Ne metto un secondo per capire meglio, e non c’è nulla da fare, è proprio buono, anzi, direi che è una delle carni migliori che abbia mai mangiato. Alla faccia del posto schifoso! penso. Mi pappo tutto in un battibaleno, pago e vado in centro. Mi dirigo ad un bar segnalato dalla guida e che anche Federico mi ha suggerito, si tratta di Amy’s bar. E’ un locale con ragazze tailandesi che ti fanno compagnia e bevono con te se vuoi, io mi metto in un cantuccio ad osservare. Più volte mi guardano per capire se voglio compagnia ma cerco di distogliere lo sguardo per non sembrare invitante. E’ un luogo con un certo numero di uomini seduti da soli, tutti occidentali, e diversi gruppi di turisti composti sia da donne che da uomini, ci sono anche delle coppie. Insomma un posto dove puoi anche berti normalmente una birra. Mi pare però un luogo triste. Tranne alcuni inglesi che ridono fragorosamente tra loro, le facce degli uomini da soli non ha nulla di allegro. Le ragazze sono tutte magre e con un vestitino rosso molto corto, sorridono senza trasporto e si muovono tra i tavoli sedendosi spesso accanto a qualche cliente da solo. Le uniche persone su di giri sono due donne del bar di cui una pare essere la padrona e l’altra la vice. In realtà non sono nemmeno donne, sono delle ‘lady boy’, come le definiscono in Thailandia. Una delle due, la vice, mi fissa spesso. Io prego che non venga a sedersi da me, e dopo cinque minuti, sebbene non la guardi mai, viene e si presenta. Mi chiede le solite cose per rompere il ghiaccio e se voglio offrirle da bere. Le dico che sto per andarmene via visto che ho quasi finito la birra. Perché mi chiede, e le spiego che vado a coricarmi. Mi chiede se può coricarsi come me. Ammazza andiamo subito al sodo, penso; e poi mi viene pure un po’ da incacchiarmi: ma di tutte le ragazze, con tutto il rispetto (e chi mi conosce lo sa benissimo) che ho per i trans, ma giusto una ‘lady boy’ mi deve abbordare, e poi sono venuto soltanto a bere una birra. Le dico che non può. Mi chiede perché, e le rispondo un po’ brusco perché non voglio, semplice. Lei se ne va comunque senza offendersi e io dopo cinque minuti mi alzo e vado via. Camminando per strada altre ragazze (questa volte veramente ragazze) provano ad invitarmi, ma io faccio finta di non sentire. Prendo la moto e mi dirigo verso casa contento sia ancora presto. Non è nemmeno mezzanotte e dormirò sette ore e mezza, questa sì che è una buona cosa, e poi non vedo l’ora di passare la mia prima notte nella capanna.

Arrivato mi metto velocemente a letto, spengo la luce  e nel buio sento un sacco di rumori, la capanna è mezza aperta e si sente tutto quello che è fuori. C’è un forte vento e sento lo strano verso (ormai familiare) di tanti gechi, però mi sento a mio agio e mi addormento subito. Domani gita a Phi Phi Island, dove è stato girato il film (con di Caprio) che è una delle ragioni per cui La Thailandia mi ha conquistato, questo è il pensiero che mi traghetta nel mondo di Morfeo.

3 Comments on “Viaggio in Thailandia – giorno 8

  1. I tuo racconti mi incuriosiscono giono dopo giorno , mi divertono e soprattutto mi permettono di ripercorrere alcune tappe di un viaggio già vissuto . Un viaggio fantastico che mi ha dato la gioia immensa di conoscere una parte di mondo a me sconosciuto . La scelta di condividere il tuo viaggio è un grande gesto di altruismo e per questo un immenso grazie !!!
    Aspetto le foto le foto del
    “insects food ” chissà se con la tua maestria riuscirai a farli apparire appetitosi ???

  2. La capanna è bellissima :D!! Sempre molto interessante la lettura…complimenti!! Quanto è bello questo viaggio!!

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