Viaggio in Thailandia – Giorno 13

Anche oggi si viaggia e ci spostiamo un’altra volta.  Sembra quasi che siamo dei fuggitivi e stiamo cercando di far disperdere le nostre tracce. Paghiamo la stanza e a piedi, con i pesanti zaini in spalla, ce ne andiamo alla fermata dove speriamo di riuscire a prendere il bus per Suratthani. Da là prenderemo un altro mezzo per Khanom affinché io possa recuperare parte dei miei vestiti che ho lasciato da Umberto per alleggerire un po’ il mio zaino… a dire la verità non ho per niente voglia di aggiungere chili al mio carico e sono tentato di abbandonare lì la roba e dire al Toscano che può buttarla via o regalarla se vuole. Ho però lì il mio maglione di lana merinos a cui sono molto affezionato e che mi sarà essenziale per tornare nell’inverno italiano, e anche le scarpe da treckinng che mi serviranno per le escursioni nell’entroterra tailandese.

Arriviamo al punto da dove ci hanno spiegato passerà il pullman. Dovrebbe essere ogni due ore a cominciare dalle 7 e sono le 11. Non ci aspettiamo certo che sia puntuale. Inoltre per riconoscerlo dobbiamo leggere la destinazione ‘Suratthani’, e mi viene da ridere al pensiero che possa portare la scritta soltanto nell’incomprensibile alfabeto tailandese. Sinceramente non credo che sia così, altrimenti siamo fregati. Avere a che fare con un alfabeto diverso è davvero frustrante e viaggiare in paesi con scritture tanto diverse dal nostro può essere in certi casi molto complicato. Semplicissime parole che normalmente hanno suoni simili in moltissime lingue come ‘stazione’, ‘ospedale’, ‘porto’ e tante altre non puoi nemmeno lontanamente riconoscerle se sono scritte in un altro alfabeto. Questa fastidiosa sensazione l’ho avuta senza andare troppo lontano e cioè in Grecia, non avendo fatto a scuola il greco antico ma solo il latino mi sentivo proprio handicappato in certi casi. Essendo uno che per i suoi studi di solito non teme il problema delle lingue quando viaggia, mi ricordo che quei cartelli sotto il rovente sole della Grecia senza alcuna traduzione mi facevano sentire un perfetto imbecille, e invidiavo mia sorella che con nonchalance mi diceva ‘per di qua! Di qua! È scritto sul cartello’. E’ stata una delle poche volte in cui mi è dispiaciuto non aver fatto il classico ma solo il liceo linguistico. Pensando al problema delle lingue mi viene in mente un’idea per un’applicazione che, se non è già stata realizzata, mi potrà rendere milionario. Se non l’hanno già fatta la faranno il mese prossimo, e siccome sono sempre pieno di idee che potrebbero rendermi ricchissimo ma che puntualmente non riesco mai a mettere in pratica, la scrivo qui. Così, se magari qualcuno di voi la tradurrà in realtà e ci diventerà ricco, mi rimetto al suo buon cuore convinto che saprà essermi riconoscente per l’idea: si tratta di un foto-traduttore (pare la sintesi della mia doppia formazione: linguista e fotografo), cioè un’applicazione per smartphone che usa la fotocamera del cellulare per riprendere delle scritte di cartelli, si seleziona la parte che si vuole venga tradotta, e un software denominato OCR (che esiste già) traduce l’immagine in scrittura, l’app si connette a Google Translator e ci traduce al volo quello che sta scritto sul cartello che abbiamo di fronte. Un programmino che mette insieme software già esistenti, facilmente realizzabile e che si dimostrerebbe un ottimo strumento per chi viaggia. Ok, adesso se la mia idea la renderete un’App che poi verrà comprata, magari da Google, per milioni di dollari, non siate bastardi e ricordatevi di me!

Lì, ad attendere come noi, troviamo una ragazza francese. E’ in viaggio in Thailandia da sola e ci mettiamo subito a chiacchierare in inglese. Mi guardo bene dal fare sfoggio del mio francese perché già ho la babele in testa esprimendomi tutto il giorno in spagnolo con Daniela, in inglese con i tailandesi e in italiano con voi. Di tanto in tanto traduco alla mia compagna di viaggio quello che ci diciamo con la ragazza, anche se spesso intuisce già per conto suo il senso generale. Si chiama Pauline, ha 29 anni ed è una gran chiacchierona. Ha uno splendido sorriso, è solare ed ha grande facilità a rapportarsi al prossimo. E’ una vera viaggiatrice, ha uno zaino da spalla che è la metà del mio, uno zainetto di materiale impermeabile super leggero quasi vuoto, e indossa appropriati sandali da trecking, insomma, può davvero andare in capo al mondo senza alcuna fatica. Daniela sta un po’ male, oggi il sole picchia duro e l’umidità rende il caldo insopportabile. Bagno la nuca della mia assistente con dell’acqua fresca per abbassarle un po’ la temperatura, le inumidisco anche la fronte e la testa. Pauline allora tira fuori un barattolino con tante scritte tailandesi e dice che è una sorte di balsamo che può essere utile per rinfrescarsi. Una specie di vicks vapurub, quella roba schifosa che le nostre mamme ci mettevano sul petto e la schiena nonostante le nostre proteste la sera prima di andare a dormire quando avevamo l’influenza da bambini. Questo si chiama ‘tiger bomb’ e ti libera il naso, ti rinfresca, combatte il mal di testa e non so quanti altri incredibili benefici abbia. Inoltre, come dice Pauline, è il souvenir perfetto da portare agli amici: è tipico, utile, introvabile in occidente, piccolo e leggero. Ve l’ho detto che la francese è una viaggiatrice perfetta. Tiger Bomb è il regalo ideale e sappiate che porterò a tutti voi amici miei lo stesso cadeau, il vics vapurub tailandese! E’ medicina orientale, e quindi solo per questo Daniela, che fa yoga, è ben contenta si sottoporsi al trattamento. Si spalma un po’ di questo balsamo sulle tempie massaggiandole lentamente con la speranza che la tiri un po’ su. Pauline ci racconta di sé e risulta essere una tipa proprio interessante, quando le chiedo cosa fa nella vita mi risponde che è ‘tra cose’ (bella definizione penso): Ha lasciato da poco Parigi, il suo appartamento, il ragazzo, la sua vecchia vita in blocco (mi ricorda qualcuno) e si è trasferita a Toulouse di dove è originaria (mi ricorda sempre di più qualcuno) per imparare a fare il formaggio. Fichissimo, già me la vedo con un foulard in testa, seduta su uno sgabello e le gambe aperte con la sua larga gonna per far posto ad un secchio dove raccogliere il latte che schizza da una mammella di mucca che strizza con decisione. Ci offre delle caramelline tailandesi anche queste molto fresche con delle essenze particolari che hanno proprietà terapeutiche. Pauline sa tutto della Thailandia, ha studiato la sua guida come fosse una bibbia e ci mostra una Lonely Planet. Io e Daniela ci mettiamo a ridere perché in tre abbiamo tre guide identiche adesso in tre lingue diverse. Controllo per curiosità l’edizione e anche la sua è del 2012 come la nostra. Daniela è ancora un po’ tramortita dal caldo e allora la viaggiatrice futura fattrice tira fuori un altro barattolino con una polvere rinfrescante tipo il nostro talco, solo che a detta della francese, è molto più efficace. Asciuga il sudore e tiwww.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3122 dà freschezza immediata. Al ché mi metto a ridere perché sembra una venditrice di prodotti alternativi tailandesi e le scatto una foto mentre  mostra uno dei suoi rimedi orientali e miracolosi come fosse una testimonial che lo sta pubblicizzando. Ad un certo momento Pauline si accende una sigaretta e mi chiedo se non ci sia un  rimedio orientale per smettere di fumare, potrebbe essere il regalo giusto da fare a questa spigliata ragazza. Mentre fuma ci dice che in Francia si pensa che il bus arrivi sempre quando ti accendi una sigaretta (le riferisco che in Italia si dice lo stesso e Daniela conferma la validità anche in Sud America) e speriamo che la cosa, se è tanto diffusa, si avveri veramente perché attendiamo da più di un’ora ormai.  Prima che Pauline arrivi a metà sigaretta un tassista (che prima ci aveva chiesto dove volessimo andare) ci avvisa che il nostro bus sta passando… deve essere vero allora la storia sulla sigaretta!

Saliamo su un pullman che si caratterizza per i suoi applique a mo’ di lampadari al tetto e le tendine blu, è così kitch che avrebbe fatto la felicità di mia nonna.  Un ragazzo viene da noi per venderci i biglietti e rifletto sul fatto che in www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3243questo Paese, come in tanti altri per la verità, anche nella vecchia Europa, i lavoratori sono in maggioranza giovani. E’ solo in Italia che abbiamo la situazione del tutto innaturale per cui gli anziani stancamente lavorano occupando quasi tutti i posti di lavoro e i giovani stanno a spasso senza nulla fare e senza sapere come sfogare l’energia di cui sono caratterizzati. Smetto di pensare all’Italia e alle sue infinite incongruenze perché non voglio innervosirmi. Il giovane ci dà come biglietti dei soldi da monopoli per l’ammontare del totale. La cosa mi pare tanto inusitata quanto divertente ewww.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3135 non posso fare a meno di fotografare i ticket che farebbero la felicità di ogni ragazzino. Noto  nel frattempo un bambino che, incuriosito dalle nostre facce troppo sbiadite, ci osserva con attenzione. Lo fotografo cercando di coglierne il riflesso sul vetro su cui spesso sbatte leggermente la tonda capoccia.www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3164

Visto il lungo viaggio mi metto al lavoro sul blog sperando di guadagnare tempo e non fare, almeno stanotte, troppo tardi. Lavoro un bel po’ ma poi la batteria si scarica e metto via il computer. Il bus si ferma per una fermata di ristoro e www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3214scendiamo in una sorta di area di servizio. Scorgo tra i tavoli un paio di draghi di stoffa arancione che saltellano tra gli www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3180avventori che consumano i loro pasti. Uno dei due dragoni si avvicina a me con il suo vaso per le offerte e lascio il mio www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3182obolo. Il posto mi piace, è pieno di autenticità e non vedo altri occidentali. La gente consuma seduta il cibo e le bevande in silenzio e compostamente. Un ventilatore che non viene pulito da chissà quanto tempo cerca di dare www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3232timidamente sollievo al caldo afoso. Vado in bagno e non posso trattenermi dal fotografarlo per la lordura che lo www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3218caratterizza, il tanfo che colpisce le mie narici appena dentro non posso raccontarlo per immagini e credo che siate www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3227ben contenti di risparmiarvelo anche come descrizione.

Arrivati a Suratthani utilizzo la mia tecnica di scrivere la destinazione sulla mano, stavolta alla parola ‘Khanom’ aggiungo ‘bus for’ e la mia strategia si dimostra ancora una volta efficacissima. Ci indicano dove possiamo prendere un pulmino che ci porti a destinazione. Paghiamo il biglietto (qui ci danno due fiche come quelle del casinò, di colore arancio… saranno fissati con i giochi, penso) e saliamo su un pulmino. Noto subito che i passeggeri sono tutti giovanissimi e mi chiedo se siano studenti che tornano a casa per il fine settimana, mi sembrano però un po’ troppo giovani per essere universitari. Osservo che molti di loro sonnecchiano e altri guardano lo schermo dei loro cellulari. www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3255Il silenzio regna sovrano sin dall’inizio del viaggio e mi pare strano se penso ai nostri giovani.  Dopo un po’ che viaggio mi sto un po’ annoiando e mi rendo conto di non avere moltissimo materiale per la puntata di oggi, quindi mi rivolgo ad una ragazzina che ho a fianco per chiederle se sono studenti. Non riesco a farmi capire ma ottengo almeno di aver attratto l’attenzione di tutti che cominciano a ridacchiare. Provo con un altro ragazzo che mi sta vicino e lui mi rimbalza al compagno che dovrebbe parlare meglio l’inglese. In realtà la sua conoscenza della lingua è molto limitata e faccio una gran fatica ma alla fine riesco a capire che sono studenti, sono universitari e tornano, come immaginavo, dalle famiglie. Scatto una foto ai tre con cui ho cercato di comunicare. Ormai sono tutti svegli e incuriositi da questo www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3259bianco che parla con tutti e fa foto a raffica. Nel frattempo Daniela mi dice che la ragazza a fianco a lei parla inglese. Mi sposto e le parlo. E’ carina e si chiama Nanpheng (o qualcosa di simile), è, come tutti gli altri nel pulmino, al primo www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3260anno di università, e studia a Suratthani e sta tornando a casa per il fine settimana. Mi spiega che l’università dura quattro anni, ma bisogna farne cinque per chi vuole diventare insegnante. La sua professoressa di inglese è indonesiana e, anche se la pronuncia non è sempre corretta, posso dire che la sua insegnante ha fatto un buon lavoro. Chiacchierando con loro mi rendo conto che questo blog, che mi sta costando tempo ed energia, mi spinge però spesso a comunicare con la gente del luogo più di quanto probabilmente farei se non dovessi redigerlo ogni giorno. Questa cosa mi piace molto.

A Khanom l’autista ci fa scendere prima di dove avrei voluto (ormai conosco Khanom e avevo un’idea ben precisa di dove sbarcare in modo da far fare meno strada ad Umberto che ci verrà a prendere). Provo ad insistere ma non c’è niente da fare, sebbene ci sia un altro ragazzo sul bus e quindi questa non sia evidentemente l’ultima fermata, non riesco a convincerlo a farmi scendere un chilometro più avanti. Una volta a terra chiamo Umberto e gli spiego con agilità dove mi trovo. Nell’attesa noto una bella luce e scatto un ritratto ad un motociclista tailandese che, come www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3268saprete, mi attirano molto fotograficamente parlando. Dopo pochi minuti arriva il toscano  con la sua motoretta e con due viaggi andiamo da lui.

Mi fa piacere rivedere Umberto, ormai mi è diventato caro e posso approfittarne per passargli con una chiavetta le foto che gli ho fatto quando mi ha portato a casa sua dalla famiglia. Di alcune di quelle immagini vorrebbe fare degli ingrandimenti. E’ un mio affezionato lettore e mi sta seguendo quotidianamente nel mio viaggio attraverso il blog per cui non devo nemmeno spiegargli nulla di quello che ho fatto e delle presenza di Daniela.

Ceniamo al Ciao Bella, io tailandese e la mia compagna di viaggio italiano. Con Daniela ci mettiamo a ragionare sulla prossima destinazione. Siamo entrambi un po’ stufi di spiagge e isole (sì scusateci per tanta grazia), abbiamo più voglia di verde che di azzurro. Dopo un po’ di riflessioni varie che devono anche confrontarsi con i tempi per gli spostamenti decidiamo per un parco nazionale. Scegliamo Khao Sok, perché è vicino e perché è una delle foreste pluviali più antiche di tutto il globo. Contento della decisione mi metto a lavorare sul blog, dopo un po’ che scrivo mi sento da dietro chiamare. Una voce chiede ‘where are you from?’. Mi giro e un tipo più o meno mio coetaneo seduto dietro con la sua fidanzata mi sorride ripetendo la domanda. Li avevo notati perché arrivando avevano dimostrato di essere molto in confidenza con Umberto. Così conosco Brad e la sua fidanzata Daniela. Sono dei giornalisti rumeni di bell’aspetto che vivono ormai da 5 anni in Thailandia, Brad è un blogger e vive scrivendo di posti che visita. Mi fa vedere il suo blog in inglese (ne tiene diversi in rumeno) che si chiama the Thailander, lui vive di questo e diventa immediatamente il mio idolo. Tutta la vita in vacanza, magliettina e la pelle sempre abbronzata… da grande voglio diventare un Thailander! Gli spiego che pure io ho un blog e che sono un fotografo, chiacchieriamo e www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3273quando gli dico che tra poco comincerò ad andare verso il nord mi sconsiglia di proseguire nella parte settentrionale a causa della bruciatura dei campi. Pare che proprio in questo periodo fino a marzo e parte di aprile ogni anno diano alle fiamme i terreni come pratica fertilizzante e che ci sia un fumo incredibile che non ti permette di vedere nulla. Lui e la ragazza vivevano al nord e per questo si sono trasferiti al sud. Lui è un esperto di viaggi in Thailandia e quindi mi può suggerire tappe alternative che hanno anche il merito di essere meno battute dai soliti itinerari turistici, inoltre pare che siano altrettanto belle se non di più. Mi sconsiglia Chiang Mai e le zone intorno per il problema del fumo, e mi detta, con la sicurezza di chi sa cosa dice, un ipotetico itinerario da seguire. Quindi sappiate che, se rispetterò il programma (e se mi avete seguito sapete che ciò non è per niente scontato), la scelta dei posti della mia seconda parte del viaggio saranno merito o demerito di Brad.

Stasera è il compleanno di Namwhan che lavora al Ciao bella e mi trovo nel bel mezzo dei festeggiamenti con tanto di www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3285torta e spumante. Insomma, tornare a Khanom è un po’ come tornare a casa! Continuo a lavorare al computer e faccio www.antoniopistillo.it_14FebViaggioinThailandiaNef2_BBB3314come sempre tardi. Tutti vanno a dormire e io rimango a lavorare. Combatto con la connessione internet che stasera pare proprio che non voglia andare. Faccio le due del mattino e stremato dall’attesa per caricare le foto mi rendo conto che la connessione non va più. Il collegamento con il mio Iphone che mi fa da router si disconnette ogni 30/60 secondi ed è impossibile lavorare così. Mi spiace deludere i miei lettori che aspettano la pubblicazione della nuova puntata ma oggi non si riesco proprio a mandare il pezzo on-line. Scrivo un messaggio su Facebook dallo smartphone dove avviso del problema tecnico e vado a dormire u n po’ seccato. Domani, di nuovo on the run… destinazione la foresta del Parco nazionale di Khao Sok. Scimmie, fiumi e orsi allo stato brado arrivo!

 

 

 

3 Comments on “Viaggio in Thailandia – Giorno 13

  1. Approfondisci la situazione del nord. Spesso girando leggende metropolitane. Chiang Mai è un “must” come è un must parlare con i novizi in in tempio (parlando uno spendido inglese con accento yenkee) di cui cui non ricordo il nome ma sicuramente la Lonely ne parla. Come un must è Erawan Falls, Kanchanaburi. I villaggi delle minoranze etniche, Karen ecc, sono un’esperienza indimenticabile. Anche per la fotografia 🙂

  2. Godendomi la lettura di questa meravigliosa avventura….mi prenoto come assistente, o meglio custode attrezzi, per il prossimo viaggio! :-)!!

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